Trade Republic opera in regime amministrato come sostituto d’imposta per i clienti italiani, calcolando e versando automaticamente le tasse su plusvalenze, dividendi e interessi senza intervento dell’utente.
Dopo la recensione completa su Trade Republic, e avere offerto l’invito per ottenere il bonus di benvenuto a chiunque voglia aprire un conto, in questo articolo ti spiegherò nel dettaglio come funziona il regime amministrato su Trade Republic.
Ti dirò da quando è disponibile, come attivarlo, le differenze rispetto al regime dichiarativo e l’impatto per i vecchi e nuovi clienti di Trade Republic.
Questa importante novità è stata introdotta nel 2025 insieme all’apertura di una succursale in Italia: da allora Trade Republic offre anche un conto corrente con IBAN italiano e funge da sostituto d’imposta, rendendo l’esperienza pienamente localizzata per gli utenti italiani.
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Regime amministrato Trade Republic: da quando è disponibile in Italia
Trade Republic offre il regime amministrato in Italia a partire dal 30 gennaio 2025. In quella data la società ha aperto una succursale nel nostro Paese, ottenendo una licenza bancaria italiana in aggiunta a quella tedesca e potendo così fungere da sostituto d’imposta per i clienti italiani.
Questo cambiamento segna una svolta avvenuta a circa tre anni dallo sbarco iniziale di Trade Republic in Italia. Prima di tale data, infatti, la piattaforma operava solo in regime dichiarativo, quindi, fino al 2024 era il cliente a doversi occupare di calcolare e dichiarare a fine anno plusvalenze e minusvalenze, compilando anche il Quadro RW e pagando l’IVAFE su un conto estero.
Dal gennaio del 2025, che tu abbia attivato un piano di accumulo e stia ottenendo plusvalenze o ricevendo interessi sul saldo, oppure stia partecipando al programma Saveback tramite la carta associata, Trade Republic si occupa automaticamente della tassazione.
Con l’introduzione del regime amministrato in Italia sono state eliminate le complessità fiscali che prima ricadevano sugli utenti.
Conto corrente italiano e IBAN italiano su Trade Republic
Trade Republic ora mette a disposizione un conto corrente italiano con IBAN italiano per tutti i suoi clienti italiani. Questo conto, lanciato anch’esso il 30 gennaio 2025 insieme al regime amministrato, fornisce agli utenti un IBAN nazionale (IT) collegato al proprio account Trade Republic.

In pratica, i clienti dispongono di un classico conto corrente italiano integrato alla piattaforma di trading, con un IBAN italiano che facilita bonifici in entrata e in uscita come su qualsiasi banca locale. Avere un IBAN italiano semplifica le operazioni di ricarica e prelievo, eliminando eventuali complicazioni legate a bonifici verso un conto estero (in precedenza, l’IBAN di Trade Republic era tedesco).
Questo conto corrente italiano targato Trade Republic offre anche funzionalità bancarie aggiuntive molto interessanti. Ad esempio, la liquidità depositata frutta un interesse annuo lordo del 2,50% (accreditato mensilmente, senza alcun limite di importo).
I clienti possono utilizzare l’IBAN italiano di Trade Republic per accreditare lo stipendio o la pensione, pagare le bollette e inviare bonifici SEPA, inclusi bonifici istantanei gratuiti.
La carta di debito associata al conto offre anche l’1% di cashback (“Saveback”) su ogni acquisto, importo che viene automaticamente reinvestito in un piano di accumulo.
Trade Republic è diventata una soluzione completa per investire e gestire liquidità in Italia, con costi e commissioni bassi e aggiungendo servizi tipici di una banca tradizionale.
Come Attivare Il Regime Amministrato su Trade Republic
Per i nuovi clienti la risposta è semplice: non c’è bisogno di fare nulla, l’opzione è attiva di default. Dal 30/01/2025 ogni nuovo conto aperto su Trade Republic adotta automaticamente il regime amministrato e viene dotato di IBAN italiano sin dall’inizio.
In altre parole, chi si iscrive oggi alla piattaforma entra già in regime amministrato senza procedure aggiuntive. Discorso leggermente diverso per i clienti esistenti che avevano aperto un conto prima di tale data: per attivare il regime amministrato, i vecchi utenti devono seguire una breve procedura di migrazione alla nuova succursale italiana (procedura comunque gratuita e guidata interamente da Trade Republic).
Trade Republic ha comunicato che inviterà gradualmente tutti i clienti già attivi ad aderire al nuovo regime. In pratica, l’utente riceverà una notifica in-app e una email in cui viene proposto il passaggio al regime amministrato.
Basterà accettare i nuovi Termini e Condizioni specifici per l’Italia e, in alcuni casi, fornire qualche informazione aggiuntiva richiesta dalla normativa (ad esempio compilare un breve questionario sull’origine dei fondi, per finalità antiriciclaggio).
Dopo aver dato il consenso alla migrazione, l’upgrade avverrà in automatico: al cliente verrà assegnato un nuovo IBAN italiano (il precedente IBAN tedesco verrà dismesso) e da quel momento Trade Republic agirà come sostituto d’imposta sul conto migrato. L’intero processo avviene online in pochi minuti.
Da notare che la migrazione per i vecchi clienti non richiede di chiudere il conto o vendere gli investimenti: tutti i titoli e il saldo in euro vengono semplicemente trasferiti sulla nuova entità italiana in modo trasparente.
Vecchi clienti Trade Republic e passaggio al regime amministrato
La migrazione per i vecchi clienti comporta la chiusura tecnica del precedente conto tedesco e l’apertura di un nuovo conto italiano associato. Come descritto in dettaglio nella sezione su come attivarlo, al cliente viene fornito un nuovo IBAN italiano in sostituzione di quello tedesco, e tutti i suoi asset (saldo in euro e titoli in portafoglio) vengono trasferiti automaticamente sul nuovo conto senza costi né impatti sulle posizioni.
Dal momento in cui il conto diventa italiano, Trade Republic inizia ad operare da sostituto d’imposta su di esso, quindi il cliente è ufficialmente in regime amministrato e non deve più preoccuparsi degli adempimenti fiscali relativi a quell’account.
È importante notare che le operazioni effettuate prima della migrazione restano soggette al vecchio regime dichiarativo. In altre parole, anche dopo essere passati al nuovo regime, i vecchi clienti dovranno comunque dichiarare un’ultima volta le attività realizzate nel periodo in cui il conto era estero.
Ad esempio, se un cliente viene migrato a marzo 2025, dovrà includere nella dichiarazione dei redditi 2025 (riferita all’anno d’imposta 2024) i redditi maturati da gennaio 2025 fino al giorno della migrazione, perché in quel lasso di tempo il conto era ancora in regime estero.
Trade Republic ha indicato che potrebbe fornire un report fiscale redatto da KPMG per aiutare gli utenti in questa dichiarazione residuale, anche se al momento non ci sono conferme ufficiali sull’emissione di tale documento. In ogni caso, dopo aver completato il passaggio, tutti i movimenti successivi verranno gestiti fiscalmente da Trade Republic stesso.
Dunque i vecchi clienti dovranno fare un ultimo sforzo dichiarativo per il periodo pre-migrazione, ma poi beneficeranno a pieno titolo della semplicità del regime amministrato.
Regime amministrato o dichiarativo? Differenze per i clienti Trade Republic
La scelta tra regime amministrato o dichiarativo è un tema cruciale per ogni investitore, ma nel caso di Trade Republic dal 2025 non c’è più scelta: tutti i clienti fiscali in Italia operano in regime amministrato. In passato Trade Republic era in regime dichiarativo (non fungeva da sostituto d’imposta), mentre oggi ha adottato esclusivamente il regime amministrato per i clienti italiani. Vediamo brevemente le differenze tra i due regimi e cosa comportano.
Regime Dichiarativo
Nel regime dichiarativo, tipico dei broker esteri senza stabile organizzazione in Italia, come ad esempio eToro (leggi Trade Republic VS eToro),è l’investitore a doversi occupare di tutta la fiscalità. Ogni anno il cliente deve calcolare autonomamente le plusvalenze realizzate, compilare la propria dichiarazione dei redditi inserendo i dati (ad esempio nel Quadro RT per capital gain, e Quadro RW per monitoraggio attività estere), e provvedere al pagamento dell’imposta sostitutiva del 26% sulle rendite finanziarie. Questo approccio presenta alcuni vantaggi solo per chi è molto esperto in materia fiscale: ad esempio consente di compensare plusvalenze e minusvalenze tra conti diversi e di posticipare il pagamento delle tasse fino al momento della dichiarazione annuale.
Di contro, richiede tempo, competenze o l’aiuto di un commercialista, con il rischio di commettere errori formali. In più, l’investitore deve comunque versare l’IVAFE (imposta sul valore delle attività finanziarie estere) e monitorare attentamente la normativa. Non sorprende che molti preferiscano evitare questa complessità se possibile.
Regime Amministrato
Con il regime amministrato, invece, la gestione fiscale viene semplificata e automatizzata. Il broker (in questo caso Trade Republic) agisce come sostituto d’imposta e applica direttamente la tassazione dovuta su ogni utile generato.
In pratica Trade Republic trattiene il 26% su plusvalenze, dividendi e interessi al momento dell’incasso e li versa al Fisco per conto del cliente.
Il vantaggio principale è che l’utente non deve più dichiarare nulla riguardo a quelle operazioni: zero burocrazia, zero rischio di sanzioni per errori o omissioni.
Di fatto, investire con Trade Republic diventa semplice quanto avere un conto titoli in una banca italiana qualsiasi.
Di contro, il regime amministrato prevede la tassazione immediata di ogni guadagno (non è possibile rimandare il pagamento al termine dell’anno fiscale) e non permette di “ottimizzare” la fiscalità compensando con eventuali perdite su altri conti a regime dichiarativo.
Il Trade Republic regime fiscale attuale garantisce tassazione automatica e semplicità, colmando un gap che in precedenza allontanava alcuni utenti dalla piattaforma.
Regime amministrato e criptovalute su Trade Republic
Il dubbio sul regime amministrato criptovalute viene finalmente sciolto: anche le operazioni in crypto su Trade Republic rientrano nel regime amministrato. In altri termini, la piattaforma fa da sostituto d’imposta anche per le criptovalute, non solo per azioni, ETF e altri strumenti. Questo è un aspetto importante, confermato dal team di Trade Republic stesso: le compravendite di Bitcoin, Ethereum e altre crypto effettuate tramite Trade Republic vengono gestite fiscalmente dal broker, che applica l’aliquota prevista (attualmente il 26% sulle plusvalenze) e versa le tasse dovute allo Stato come farebbe per qualsiasi titolo tradizionale.
Se vendi criptovalute con profitto su Trade Republic, l’imposta del 26% viene trattenuta automaticamente al momento della vendita, come avviene per azioni ed ETF. Non serve inserire nulla in dichiarazione: il broker agisce da sostituto d’imposta, semplificando la gestione fiscale.
Questo elimina la necessità di monitorare soglie o periodi di detenzione, rendendo il regime amministrato su crypto un grande vantaggio. A differenza di altri broker ed exchange, Trade Republic offre tassazione automatica anche sulle criptovalute.
Per gli investitori italiani, significa poter gestire azioni, ETF e crypto in un’unica piattaforma, con fiscalità già calcolata e versata. Trade Republic è quindi una scelta ideale per chi vuole investire in criptovalute senza pensieri burocratici. (Nota: la tassazione segue la normativa italiana attuale, con aliquota del 26% sulle plusvalenze.)
Leggi altri articoli su Trade Republic nella sezione dedicata.
FAQ – Domande frequenti su Trade Republic e il regime amministrato
Trade Republic non si appoggia a una singola banca italiana, in quanto possiede essa stessa una licenza bancaria (come banca tedesca con succursale in Italia). I conti Trade Republic hanno IBAN proprio (IT) e la società funge da istituto autonomo. Detto questo, la liquidità dei clienti viene depositata su conti di custodia presso varie banche partner internazionali, tra cui Deutsche Bank, J.P. Morgan e HSBC. Questo meccanismo di appoggio multiplo serve a diversificare i depositi e garantire la massima sicurezza (ogni banca aderisce alla garanzia fino 100.000 €). In pratica, quindi, Trade Republic utilizza alcune grandi banche come depositarie dei fondi dei clienti, ma opera con una propria infrastruttura bancaria per offrire IBAN italiano, conto corrente e regime amministrato direttamente ai suoi utenti.
Trade Republic è considerata una piattaforma affidabile. Si tratta di una banca a livello europeo (ha licenza bancaria in Germania con succursale vigilata da Banca d’Italia) ed è soggetta alla supervisione delle autorità finanziarie (BaFin in Germania, equivalente di Consob). I depositi dei clienti sono garantiti fino a 100.000 € grazie al sistema di tutela interbancario e vengono custoditi presso banche partner solide (Deutsche Bank, JPMorgan, HSBC, etc.). Inoltre, la società vanta oltre 8 milioni di clienti in Europa e più di 100 miliardi di euro in asset gestiti (), numeri che denotano una realtà stabile e ben capitalizzata. In sintesi, Trade Republic offre gli stessi standard di sicurezza di una banca tradizionale uniti all’innovazione di una fintech moderna.
Trade Republic ora opera in regime amministrato per i clienti fiscalmente residenti in Italia. Ciò significa che funge da sostituto d’imposta: applica direttamente l’aliquota fiscale dovuta sui profitti realizzati e si occupa di versarla al Fisco. In passato il suo regime era dichiarativo, ma con l’apertura della succursale italiana nel 2025 il broker ha adottato il regime amministrato per allinearsi alla normativa italiana.
La maggior parte delle banche e broker italiani offrono il regime amministrato (ad esempio Fineco, Directa, Webank, IWBank e altri). Tra i broker internazionali, Trade Republic è uno dei pochi ad aver introdotto il sostituto d’imposta tramite una succursale locale. La maggioranza degli altri broker esteri (come Degiro, eToro, Interactive Brokers ecc.) opera in regime dichiarativo, richiedendo al cliente di occuparsi in prima persona delle tasse. Chi cerca un intermediario estero con regime amministrato può dunque considerare Trade Republic, dato che alternative simili al momento sono molto limitate.
In Italia Trade Republic adotta il regime fiscale amministrato, fungendo da sostituto d’imposta per i suoi clienti. In pratica calcola e versa automaticamente un’imposta del 26% su plusvalenze, dividendi e interessi, sollevando l’utente dagli obblighi dichiarativi. (Fino all’inizio 2025 operava in regime dichiarativo, ma ora non più.)
Trade Republic è già a regime amministrato per l’Italia dal 30 gennaio 2025. Da quella data tutti i nuovi clienti sono automaticamente in regime amministrato, mentre i vecchi clienti stanno effettuando il passaggio nei primi mesi del 2025 tramite la migrazione guidata proposta dalla piattaforma.

Alessandro Sabbatini è un esperto di marketing digitale e imprenditore online che sfrutta le potenzialità di internet per creare opportunità di guadagno. Come fondatore di ProMarketer.it, si dedica a fornire guide gratuite sul marketing online, strategie per generare reddito online e informazioni a scopo educativo su investimenti, basate sulla sua vasta esperienza nel campo.